Come sta andando il settore della maritime security?
Nel giugno 2014 il Consiglio europeo ha adottato una strategia per la sicurezza marittima da applicarsi all’intero settore marittimo. Questa strategia offre alle autorità competenti, sia nazionali che europee, un riferimento comune in materia.
L’obiettivo di questa normativa è triplice:
In altre parole, è un piano per rafforzare la sicurezza marittima interna ed esterna dell’UE e dei suoi membri.
Eppure, per quanti progressi si facciano in tema di maritime security nazionale, europea e anche mondiale, secondo me il settore rimane sempre un passo indietro rispetto ad altri, in particolare rispetto l’aviation security, alla quale dovrebbe ispirarsi.
Vi porto un dato che, a mio parere, è indicativo delle differenze fra i due settori.
Sebbene la navigazione marittima sia nata molto prima di quella aerea, quest’ultima ha iniziato a trattare il tema della sicurezza fin dal 1919, mentre per avere un approccio organico alla maritime security bisogna aspettare…il 2004!
L’aviation security prevede un ampio ventaglio di strumenti giuridici orientati alla risoluzione di argomenti correlati sia alla territorialità che all’extra-territorialità, intese come luogo di commissione di reati, che la maritime security non possiede.
Inoltre, sebbene molto sia cambiato, sia nei porti che negli aeroporti, dopo l’11 settembre 2001, la sicurezza marittima vi si è adeguata più lentamente.
Pensate che il Porto di Venezia è stato il primo in Europa a dotarsi di uno scanner per il controllo dei container. E correva l’anno 2009!
La risposta è semplice.
Sia a livello procedurale che tecnologico la aviation security possiede una migliore capacità di monitorare le aree sensibili, le vie di accesso e comunicazione, le infrastrutture, e i flussi di persone e merci. Questo fa si che il personale di sicurezza sia più efficace nel prevenire, affrontare e risolvere le minacce.
Per esempio, è l’aviation ad aver sviluppato per prima sistemi di generazione di allarme (trasponder), poi impiegati anche in maritime (SSA). Lo stesso vale per le tecnologie per la ricostruzione di eventi non obbligatoriamente criminosi (le scatole nere/ VDR+ FDR), poi accorpate in maritime nel VDR. Infine, in tema di safety in senso stretto, il sistema di controllo del traffico marittimo VTS sta ancora cercando di raggiungere performance simili a quelle del sistema del controllo del traffico aereo.
Sebbene la sicurezza marittima e portuale debba operare in un ambiente completamente diverso da quello dell’aviation security, con difficoltà tecniche proprie innegabili, è innegabile che prendere spunto dalle tecnologie e procedure della seconda per migliorare le prime non è solo possibile, ma anche auspicabile.
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